Pubblicato da Puntoacapo Editrice, 2022
Dalla Prefazione di Elio Grasso
“… Così come le poesie di un tempo si sono ottimizzate nel poemetto simile a un unico continuo atto di inspirazione e espirazione: azione attestante, senza dubbio, l’esistenza in vita e il pensiero di sé. E allora, inframezzati a quest’atto appaiono le cose del mondo, hanno il tempo di farsi vedere dal poeta e da noi che l’osserviamo vivere: e sono bambini, barche, biciclette, aquiloni, astronavi, nel bailamme incontenibile presente oggi sulla superficie del pianeta. In mezzo secolo il territorio percorso dallo sguardo si è ampliato a dismisura, così come il tempo ora appare all’autore nel colmo dei suoi milioni di anni e non più diviso in giornate e flash limitanti villaggi e piccole città…”
Questo volume è composto da 32 testi legati assieme da uno stesso cordone ombelicale.
Rimandano l’uno all’altro, da un estremo all’altro della vita e delle sue interpretazioni, un insieme di cause e condizioni, di essere e non essere, di andare e venire, di nascere e morire.
Ne riporto qui alcuni, anche se penso andrebbero leggi in continuità come se si trattasse di un unico testo.
1
Vivo, scrivo una poesia
come un biglietto inserito sotto
alla tua porta. Un tentativo
estremo di ritrovarti, una mano
tesa, un abbraccio,
una carezza notturna.
Resto sospeso a una luna
bianchissima, e dove tutto
si perde, prima che ogni cosa
accada, tu rispondi. Lo so che
non ci sei, ma nel silenzio
la tua voce mi accompagna.
7
Ma com’è adesso
ricordare, che tutto sembra
ieri e così lontano.
E c’è un dolore, come un
rimpianto o nostalgie tenere,
speranze e delusioni,
perdersi e ritrovarsi.
Come camminare nel buio
e avanzare toccando con
le mani piano piano, e ogni
tanto inciampare.
11
Un odore intenso viene
dal mare. Pescatori già arrivati
con le reti stese e piccole
barche alcuni, ma anche grandi.
E vanno. Non vedono l’ora
di andare a dormire e magari
non avranno nemmeno il tempo
di stare un po’ con la moglie
che forse si è alzata per fare
un caffè, o dorme ancora un po’
perché dopo avrà anche lei un
gran daffare e i bambini da
portare a scuola, correndo nel
traffico che nel frattempo preme
ai semafori o nelle rotonde.
12
Oh… i bambini, che emergono
dalla vita come germogli
ed entrano adesso in questo
mondo di iphone e chattano
già con le piccole dita sul
vetro, come ballerine in una
pista di ghiaccio.
Sì, io ci penso a questi
bambini che corrono, giocano
e vanno a scuola, ma non tutti.
Alcuni fuggono
dalla guerra e dall’indigenza,
bloccati dietro a muri di filo
spinato lungo i confini
dell’indifferenza.
O sul mare, con scafi
improvvisati, molti affogano
e noi li vediamo
e restiamo come increduli
che tutto questo accada nello
stesso mondo di grattacieli
e immense autostrade
e centri commerciali e astronavi
che vanno oltre la luna.
13
E noi viviamo qui, che solo
per caso abitiamo sull’altra sponda,
dove molti vivono nell’abbondanza
e comprano ogni cosa che si compra.
E così penso a te che ieri stavi
morendo di fame lì, dentro la
televisione, mentre noi stavamo
qui, con alcuni amici, seduti
a chiacchierare tranquillamente e
a prendere un caffè dopo pranzo.
E rivedo la pancia gonfia dei tuoi
figli e provo un senso di vergogna,
ma intanto sei tu là che muori e
nemmeno so il tuo nome.
Sei una donna con la pelle
scura e gli occhi grandi e neri,
e mestamente guardi i figli tuoi
con la pancia gonfia e solo
la pelle intorno alle ossa e gli
occhi spenti perché, mentre altri
giocano a calcio su un altro canale,
loro stanno per morire.